Toscana - Pistoia - Abetone
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Alcuni cenni sul comune di Abetone
Abetone (già Boscolungo-Serrabassa) comunemente detta L'Abetone, è una frazione del comune sparso di Abetone Cutigliano, nella provincia di Pistoia, in Toscana.
È stato fino al 31 dicembre 2016 un comune italiano di circa 600 abitanti, istituito nel 1936 a seguito dell'emanazione del Regio Decreto n. 1297 del 14 giugno 1936 prendendo una parte del territorio del comune di Fiumalbo e una di Cutigliano; il 1º gennaio 2017 è confluito nel nuovo comune di Abetone Cutigliano[5]. Situato sull'Appennino tosco-emiliano, è una nota località di villeggiatura sia estiva che invernale.
È situato nell'alta val di Lima, sulla Montagna pistoiese ad un'altitudine di 1388 m s.l.m., presso il confine con l'Emilia-Romagna e sorge presso l'omonimo valico appenninico. Era, per casa comunale, il comune più alto della regione. Alle spalle si trovano l'Alpe Tre Potenze (1940 m), una fra le cime più elevate della Toscana, altre vette come il Monte Gomito (1892 m) e la Selletta (1711 m), mentre a nordest del paese si erge il Libro Aperto (1937 m). Nei suoi dintorni è presente la stazione meteorologica di Abetone Boscolungo del Servizio Idrologico Regionale della Toscana. È circondato dalla Foresta demaniale dell'Abetone.
Il territorio dell'Abetone è sempre stato (almeno fino dal tempo dei romani) luogo di valico dell'Appennino, tant'è che si narra sia stato utilizzato anche da Annibale per entrare nell'Etruria. Da qui passava la Via Claudia Augusta che dalla Toscana conduceva al Danubio; del comprensorio sciistico dell'Abetone fa parte il Passo d'Annibale a quota di 1798 m s.l.m.
Nel 1766 iniziò la costruzione della strada (già pensata fin dai primi del secolo) che univa il Granducato di Toscana con il Ducato di Modena attraversando l'Appennino, nel tratto più basso chiamato "Serrabassa" dai modenesi e "Boscolungo" dai toscani, e creando appunto il passo poi detto dell'Abetone. Il progetto fu redatto da Pietro Giardini per la parte modenese e Leonardo Ximenes per quella toscana; quella strada veniva infatti chiamata Via Ximeniana (l'odierna Strada statale 66).
Tra i due Stati fu convenuto di avviare i lavori contemporaneamente partendo dal confine, questo per evitare tardivi ripensamenti. Nell'aprile del 1766 si iniziarono i lavori, ma siccome un miglio sopra Fiumalbo la neve era alta due braccia, si sarebbe cominciato il lavoro più in basso, appena pronti gli arnesi da sterro.
Il primo colpo di piccone, per la parte modenese, fu dato il 28 aprile 1766, appena sopra Fiumalbo, presso il luogo chiamato Il Baldinare, dove sorsero le prime baracche e ricoveri per gli uomini e gli attrezzi. Seicento operai divisi in sei compagnie, tra cui più di 50 scalpellini, misero mano al lavoro in due posizioni diverse, mentre il lavoro dei toscani era già cominciato alle Ferriere di Mammiano. Da lì i lavori si estesero con crescente velocità verso il confine toscano e durante l'estate anche verso Modena.
Durante la costruzione fu abbattuto un abete talmente grande da non poter essere abbracciato neppure da sei persone e dal quale nacque il nome Abetone.
La strada fu inaugurata il 1º maggio 1781 ed ebbe grande importanza nel collegare la Toscana non solo a Modena ma anche a Mantova e all'Austria. Sul confine furono create due piramidi di bozze, adorne degli stemmi dei due ducati.
Non fu certamente facile relegare dall'altra sponda della valle Cutigliano e Lizzano Pistoiese. I due paesi di confine, ignorati dal passaggio della strada, di fatto subirono il crollo dei traffici e degli smerci che per secoli avevano mantenuto in ricchezza i suoi abitanti. Cutigliano rifiorì quasi subito, grazie allo spirito di adattamento dei suoi abitanti: furono tra i primi in Italia a scoprire il turismo agli inizi dell'Ottocento e ancora oggi il paese vive di turismo. Lizzano Pistoiese invece, non ebbe il tempo per riprendersi. Nel 1814 un'enorme frana lentamente inghiottì quasi tutto il paese. Furono risparmiate le vite umane e qualche casa, ma il paese fu cancellato per intero. Lentamente il campanile affondò nel fango. Per molti giorni si continuò a vedere la torre campanaria che sembrava galleggiare nella melma, fino alla sua completa sepoltura.
Dopo l'apertura della strada nacque l'esigenza di popolare queste montagne, anche per garantirne la manutenzione e i servizi (stazione di posta, dogana, ecc.). Insieme ai Dragoni che per brevi turni si avvicendavano nelle caserme, arrivò il popolo civile, e soprattutto spalatori di neve e boscaioli.
Durante l'inverno era necessario spalare la neve dal passo e dalla tarda primavera, quando l'ultima traccia di neve era scomparsa, fino all'autunno, gli abitanti erano impegnati a riparare i danni che la strada aveva subito durante le intemperie. Le donne erano anch'esse impegnate con gli uomini nel dividere le fatiche dei lavori più pesanti.
I metri di strada da mantenere liberi dalla neve erano trattati a forfait con lo stradino, sorta di esattore che appaltava la spalatura della strada al popolo dei monti. Venivano stipulati veri e propri contratti con tanto di penale se non fossero stati rispettati.
Sorsero due dogane, quella modenese in località Serrabassa proprio accanto alle piramidi, e quella Toscana a poca distanza in località Boscolungo. Accanto alla dogana toscana nacque anche una piccola chiesa che dette origine alla parrocchia di San Leopoldo così chiamata in onore del granduca di Toscana.
L'Abetone era frequentato da turisti fin dalla metà dell'Ottocento. Tra di essi è da ricordare Francesca Alexander, americana di Boston, figlia di un pittore e di una ricca ereditiera, che con i genitori iniziò fin da giovane a passare le estati sulla montagna pistoiese; frequentava il popolo dei monti e i poveri montanini erano da lei aiutati a sopravvivere, divenne grande amica di Beatrice di Pian degli Ontani, la poetessa pastora analfabeta che con le sue ottave ha meravigliato tutti i letterati dell'epoca.
Con l'unità d'Italia e l'eliminazione dei confini regionali iniziò il declino del paese, accelerato anche dalla costruzione della ferrovia Porrettana che univa la Toscana con l'Emilia-Romagna.
Nel 1904 si cominciarono ad usare le zone dell'Abetone per lo sci e la località fu riscoperta come luogo di villeggiatura sia estiva che invernale, dando inizio ad una rinascita basata sul turismo.