Toscana - Lucca - Bagni di Lucca
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Alcuni cenni sul comune di Bagni di Lucca
Bagni di Lucca è un comune italiano di 5.865 abitanti della provincia di Lucca in Toscana.
Le più antiche presenze umane nella valle, ricavate da alcune tracce rinvenute presso le grotte di Ponte Maggio, risalgono all'età del bronzo. Successive presenze, rinvenute in tombe liguri presso Montefegatesi, sono databili all'VIII secolo a.C. Il territorio era abitato da popolazioni autoctone che si sono in seguito fuse con gli Etruschi (nel fondovalle) e con i liguri (nelle parti montane).
Benché la presenza romana abbia lasciato pochi manufatti, è databile fin dal III secolo a.C. e in modo più stabile nel II secolo a.C., quando Lucca diventa un'importante colonia romana. La presenza dei coloni romani è riscontrabile anche nella toponomastica dei luoghi: Brandeglio, Villa Terenziana, Vico Pancellorum, Lugliano, Palleggio, Vetteglia, Casabasciana, Benabbio, Ponte a Diana, Corsena (con la lapide del Centurione), ecc.
Presso le terme, la leggenda narra dell'esistenza del culto di divinità celtiche protettrici delle acque, mentre la presenza in valle del culto di Diana è testimoniata dal suo tempio, sopra il quale venne edificata la chiesa di San Cassiano di Controni.
Dopo la caduta dell'Impero Romano anche la valle subì le invasioni barbariche, che causarono inenarrabili sofferenze per le popolazioni. Il dominio dei Longobardi fin dal 570 e la successiva unione della popolazione romana con i germani portò alla ripopolazione di luoghi montani ritenuti più salubri e difendibili.
Con la conversione al cristianesimo nel 603 si avranno le divisioni ecclesiastiche del territorio tuttora vigenti (pieve dei Monti di Villa "Villa Terenziana", pieve di Controni, pieve di Vico Pancellorum, pieve di Casabasciana).
La divisione in domini di potenti consorterie di origine longobarda dominerà fino all'avvento dei Franchi e la divisione in feudi resterà inalterata fino alla penetrazione del Comune di Lucca nella valle.
I Suffredinghi dominarono Fornoli e Lugliano, i Porcareschi governarono i Monti di Villa, Montefegatesi e Corsena fino a Lucchio, mentre la Controneria (cioè "luogo di contro") fu amministrata dai Palleschi, un ramo dei Porcareschi. Infine i Lupari dominarono da Benabbio a Brandeglio, Casabasciana, Crasciana, Casoli, Cocciglia, Limano, e Vico Pancellorum.
Tracce documentarie, che risalgono dal VII fino al X secolo, concernenti tali località, sono presenti presso gli archivi sia di Stato che arcivescovili di Lucca.
La penetrazione di Lucca nella valle era praticamente totale già dal 1215. Nello Statuto del Comune di Lucca del 1308 troviamo infatti tutta la valle riunita in una vicaria denominata Val di Lima, che seguirà le vicende non sempre pacifiche dello stato di Lucca fino al 1847.
Lo stemma del comune
Molti comuni dell'ex Stato di Lucca (si vedano Repubblica di Lucca, Principato di Lucca e Piombino e Ducato di Lucca) riprendono nei loro stemmi gli antichi colori del comune medievale lucchese, ovvero il bianco e rosso (Lucca, Massarosa, Castiglione di Garfagnana, ecc.), ma solo Bagni di Lucca utilizza in modo esatto i simboli della Repubblica di Lucca. Lo stemma risulta dunque diviso in quattro quarti riportanti lo scudo azzurro con il motto Libertas (riproducente l'antica bandiera di stato e mercantile della Repubblica in uso fino al 1799) e la balzana bianco rossa (simbolo del comune medievale di Lucca). Molto probabilmente, con felice scelta, all'atto dell'unità italiana si volle riprodurre uno degli stemmi che campeggiavano sugli statuti della vicaria di Val di Lima, che a Bagni aveva il suo capoluogo.
Le terme di Bagni di Lucca
Le prime notizie delle terme di Bagni di Lucca si datano al Primo Triumvirato nel 56 a.C., quando Cesare, Pompeo e Crasso si divisero il mondo e poi vennero a passare le acque a Bagni di Lucca. Questo narra la leggenda; è comunque certo che all'epoca della Roma repubblicana le terme fossero già conosciute.
Con la caduta dell'Impero romano d'Occidente anche le terme decaddero e l'abbandono della popolazione del fondovalle per luoghi montani più sicuri portarono ad un rapido abbandono delle fonti terapeutiche.
I Longobardi riscoprirono le virtù miracolose delle acque, ma solo durante il periodo della contessa Matilde ci sarà un restauro e un nuovo sviluppo degli stabilimenti termali. La vicinanza delle terme alla via Francigena, che coincideva con l'antica via Clodia Nuova che da Lucca conduceva in Emilia, portava una notevole massa di viandanti, pellegrini e mercanti che si recavano sia a Roma che in Francia, tanto che la contessa Matilde di Canossa edificò il Ponte della Maddalena detto del Diavolo proprio per permettere ai viandanti di recarsi alle terme per curarsi. La bontà delle acque crearono quell'alone di luogo miracoloso per la salute che aiutarono a rendere famoso il nostro luogo nel mondo. Intorno alle sorgenti nasceranno poi i chiusi (gli alberghi medioevali), le osterie, e le abitazioni da affittare ai forestieri più abbienti.
Fin dai primi anni del XIII secolo Lucca si impadronì stabilmente della zona termale, ben consapevole del valore delle terme come luogo di soggiorno e cura, e con lo statuto del Comune di Lucca del 1308 ne regolamentò l'amministrazione sia pubblica che termale.
Secondo la tradizione, per volere della contessa Matilde, ai poveri e pellegrini venivano offerta a spese delle terme un bagno curativo e un pasto, il che costituiva una notevole spesa per l'economia della zona, tanto che la Repubblica di Lucca, sempre attenta a non gravare troppo di tasse la popolazione, pensò bene di regolamentare il gioco che si svolgeva presso “le osterie o biscazze”, dove la presenza di bari creava inevitabili problemi di ordine pubblico, confinandolo in un luogo ben definito e controllato dallo Stato (le terme) e in un momento preciso (durante il periodo delle balneazioni), dando così vita al primo casinò del mondo[senza fonte]. L'utile ricavato da tale attività veniva devoluto a curare i bisognosi secondo la tradizione voluta dalla “gran contessa” e a mantenere lo stabilimento termale. In una sola volta si eliminava la situazione malavitosa delle biscazze, e si garantiva un gioco onesto, e un pasto a tutti i bisognosi. “Era nata la mutua nel 1308! E il Casinò.”
Nel nuovo statuto di Lucca del 1331 un intero capitolo è dedicato alle terme. Ai vicari che vi soggiornano durante il periodo estivo o delle balneazioni (da maggio a ottobre), si raccomanda che le osterie e gli alberghi (i chiusi) siano ben forniti di cibi e bevande e di attendere all'igiene dei luoghi, affinché i “forestieri” siano ben accolti.
La fama curativa delle acque, divulgata da tutti quei frequentatori che per tutto il Medioevo giungevano o passavano per la nostra valle, fecero sì che dal XV secolo in poi le terme dei Bagni di Lucca fossero le più famose e frequentate in Europa, anche da medici famosi come Gentile da Foligno e Ugolino da Montecatini, che nel suo trattato sulle acque del 1417 descrive dettagliatamente gli stabilimenti e l'efficacia delle cure.
Fin dal 1469 la direzione delle terme veniva infatti affidata a medici di indubbia fama, e tutti gli statuti della Repubblica di Lucca confermano le prescrizioni riguardo al buon funzionamento delle terme e dell'indotto, tanto che la diplomazia lucchese userà moltissimo le proprietà curative delle acque inviandone in dono a tutte le corti europee. Questa tradizione di acquistare acqua sia da bibita o per cura dalle corti Europee durerà fino alla prima guerra mondiale. (Lo zar voleva l'acqua dei Bagni e i “problemi” della regina Vittoria venivano curati con l'acqua delle Docce Basse.)
Nel Rinascimento la nobiltà lucchese cominciò a costruire delle residenze estive presso le terme, che la Repubblica requisiva per gli ospiti illustri (sovrani, papi e cardinali).
Grazie al nuovo clima politico e al lungo periodo di pace che la Repubblica garantì dal XVI secolo al 1799, da tutta l'Europa continuò l'afflusso di ospiti illustri che trovavano un clima mite e un'accoglienza squisita. I Bagni di Lucca divennero così capitale estiva e fiore all'occhiello dello stato lucchese.