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Toscana - Firenze - Lastra a Signa

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Alcuni cenni sul comune di Lastra a Signa

Lastra a Signa è un comune italiano di 20.252 abitanti della città metropolitana di Firenze in Toscana. Il territorio del comune ha una superficie di circa 43,06 km², con una parte più bassa sviluppatasi lungo il fiume Arno e una parte alta che presenta la massima elevazione nel colle San Romolo (286 m s.l.m.). La chiesa più importante è la pieve di San Martino a Gangalandi, situata nella frazione di Ponte a Signa, che fu il nucleo originario del Comune di Gangalandi, antico nome amministrativo della città.
È chiamata città della pietra per la grande presenza nel passato di cave di pietra arenaria del tipo serena e città della musica per essere stata, fra l'altro, residenza di Enrico Caruso a Villa Caruso di Bellosguardo, ora sede del Museo Enrico Caruso. Porta inoltre il titolo di Città dello zafferano italiano.
Il comune ha avuto grande importanza per la sua posizione strategica fin dal Medioevo e desta interesse soprattutto a livello artistico e culturale.
Storia
Il ponte di Signa in un'incisione del 1744 di Giuseppe Zocchi
Età romana
Le prime testimonianze di insediamenti civici risalgono alla fine del I secolo a.C., quando i romani provvederono alla centuriazione del territorio in seguito alla costruzione di una colonia militare. Si hanno iscrizioni risalenti al 13 a.C. di una strada che tracciava un percorso simile all'odierna Strada statale 67 Tosco-Romagnola costeggiando l'Arno e incuneandosi nella stretta della Gonfolina in direzione del mare. Il Comune di Gangalandi e il dominio fiorentino
I conti Cadolingi di Fucecchio qui ebbero possedimenti, quando le prime comunità a sorgere sul territorio lastrigiano furono quelle di San Michele e di San Martino, presso il borgo successivamente detto di Gangalandi. Lo sviluppo del borgo avviene intorno alle chiese di San Martino e di San Michele Arcangelo a Castello, mentre ai Gangalandi, la famiglia feudale della zona, si attribuisce l'origine del toponimo. Il capostipite dei Gangalandi, un certo Sigismondo di Bonifacio che era legato alla nobiltà dei Cadolingi e imparentato con gli Adimari, altra famiglia fiorentina con possedimenti in zona, adottò il cognome Gangalandi in quanto iniziatore della stirpe dei Conti di Gangalandi. Il nome con cui veniva chiamata questa zona compresa tra la Gonfolina e il Rimaggio era infatti Gangalandi, cioè "Gangland", dal tedesco "terra o paese di passaggio". La prima citazione documentaria della chiesa di San Martino a Gangalandi risale al 1108: in essa il nobile Bernardo Adimari, donava al proposto di San Martino un terreno le cui entrate consentivano il mantenimento della chiesa, già sede di un collegio di canonici. Ciò fa supporre che la chiesa sia più antica e risalga ai secoli precedenti, forse ad epoca carolingia, come testimoniano l'intitolazione a San Martino di Tours, e il patronato della famiglia Adimari, di origine franca.
L'insediamento fortificato del capoluogo è invece anteriore all'XI secolo, quando faceva anch'esso parte dei feudi dei Cadolingi: sorto probabilmente da una stazione di sosta per i viaggiatori che percorrevano via Pisana. Fonti identificano in questo Castello della Lastra il Castello di Gangalandi; altri documenti invece collocano quest'ultimo sul poggio di Gangalandi, differenziandolo dalla vecchia fortificazione del capoluogo antecedente alle Mura di Lastra a Signa, che solo più tardi verranno innalzate.
Presto il borgo entrò nelle mire espansionistiche di Firenze, grazie anche alla felice posizione sulla Valdarno. La zona era dotata di tre fortificazioni: il castello di Monte Orlando, il castello di Monte Cascioli e il più potente fortilizio nel centro cittadino. Nel 1107 i fiorentini prendono Monte Orlando appartenente alla famiglia pisana Orlandi prima e ai Gangalandi poi, ed è attestata nel 1108 la donazione di alcuni possedimenti degli Adimari a Firenze. Successivamente nel 1119 anche Monte Cascioli cadde e sicuramente stesso percorso subì in breve tempo il castello di Lastra in quanto già nel 1365 le mura cittadine vennero messe d'assedio dai pisani nella guerra contro Firenze.
Gangalandi è documentato come comune nel 1260, quando i ghibellini sconfissero i guelfi nella battaglia di Montaperti. Il toponimo del capoluogo deve il suo nome alle cave di pietra serena, da cui si ricavavano le "lastre", e dalla vicinanza con Signa, anche se fino al XIII secolo era nota come Lastra a Gangalandi, dal nome della famiglia feudale della zona, la quale dominava oltre che su San Martino anche sul castello di Lastra.
L'importanza strategica era anche collegata alla navigabilità dell'Arno fino all'affluente Bisenzio. Erano presenti infatti diversi porti e scali fluviali a scopi commerciali nel territorio che conferivano di fatto alla città il titolo di porto di Firenze. I tre principali erano: il Porto di Sopra a Brucianesi, il più grande e più importante Porto di Mezzo nell'omonima frazione alla Mezzana a Signa, e il Porto di Sotto in corrispondenza di Ponte a Signa.
La città è sede, al momento della costruzione, dell'unico ponte che permetteva l'attraversamento pedonale sull'Arno tra Firenze e Pisa. Nelle Memorie di Pescia si narra di un ponte fatto costruire nel 1120 completamente di legno. Nel 1278 crollò, e interrotta la comunicazione fra la riva destra e quella sinistra, permise alla pieve di San Martino a Gangalandi di ottenere il fonte battesimale dall'arcidiocesi di Firenze, che fino a quell'anno non era stato concesso dato che era presente nella vicina pieve di San Giovanni Battista a Signa. Il documento della costruzione di un ponte di pietra sull'Arno arriva nel 1287, dove sullo stemma di Signa viene raffigurato un ponte a sette archi.
La pieve di San Martino veniva soprannominata dal popolo di Gangalandi "San Martinone". Nonostante fino al primo '900 quella che al tempo era la chiesa di San Martino fosse giurisdizionalmente suffragianea della vicina pieve di San Giovanni Battista a Signa, la posizione di San Martino sulla strada principale verso Pisa, che di fatto tagliava fuori Signa, le permise di essere il punto di riferimento religioso per i popoli di questa zona dell'Oltrarno. Ottenne infatti un'importanza pari alla pieve di Signa dal punto di vista religioso, anche se sulla carta restava comunque sottoposta, se non superando la pieve stessa per quanto riguarda la ricchezza della parrocchia per le decime raccolte e i commerci del suo popolo. Nacque così una forte rivalità tra il pieviere di Signa e il sacerdote di San Martino. Nei secoli tali attriti non furono placati, con San Martino che reclamava anch'essa, facendo leva sulla propria grandezza, il titolo di pieve, così da potersi svincolare definitivamente dai clericali signesi. Si arrivò addirittura più volte al punto tale che il pievano di San Giovanni minacciasse la scomunica tramite carte e cause legali del parroco di Gangalandi, ed intorno al 1210 addirittura accadde che il priore di San Martino si ritrovasse scomunicato sul serio. Nel 1278 fu l'episodio del crollo del Ponte sull'Arno ad essere il pretesto, in quanto interrotta la comunicazione fra la riva destra e quella sinistra del fiume, per ottenere nella chiesa di San Martino il fonte battesimale dall'arcidiocesi di Firenze, che fino a quell'anno non era stato concesso perché presente nella vicina pieve di Signa. Nonostante il fonte battesimale, prerogativa e elemento caratteristico in teroia solo delle pievi, che faceva si San Martino la chiesa battesimale di quella riva dell'Arno, alla prioria di San Martino fu riconosciuto solo il ruolo di propositura nel 1745, e non di pieve prima del 1926. Nasce proprio da questi motivi campanilistici l'astio e la rivalità tra signesi e lastrigiani: in particolare tra signesi e pontigiani, che in nei secoli scorsi venivano chiamati gangalandini.
Nel 1322 per statuto del Capitano del Popolo di Firenze viene costituita la Lega di Gangalandi presso la casa torre collegata alla canonica della pieve di San Martino. Ne facevano parte i popoli dei tre pievieri di Sant'Ippolito, di San Giuliano a Settimo e di San Giovanni Battista a Signa.
Durante la guerra contro Firenze Castruccio Castracani, dopo aver occupato il castello di Signa nel 1325 e temendo che i fiorentini riuscissero ad attaccarlo, a febbraio del 1326 decise di abbandonare Signa, facendo distruggere le corti e il ponte; venne poi ricostruito un anno dopo. Giovanni Villani nella sua Nova Cronica (Lib. IX. Cap.335) racconta che il Signore di Lucca, ebbe l'idea, mai realizzata, di chiudere con una specie di diga rudimentale la strettoia dell'Arno presso il masso della Gonfolina per allagare e distruggere l'avversaria Firenze. Un'epigrafe moderna sul masso ricorda una citazione di Leonardo da Vinci, che spesso doveva trovarsi a passare da qui nei suoi spostamenti tra Vinci e Firenze, riportante la sua opinione sulla tradizione lacustre dei luoghi: "La Gonfolina, Sasso per antico unito co' Monte Albano in forma d'altissimo argine il quale tenea ingorgato tal fiume in modo che prima che versassi nel mare era dopo a' piedi di tal Sasso, componea due grandi laghi de' quali el primo è là dove oggi si vede finire la città di Firenze insieme con Prato e Pistoia". Spesso il maestro nei suoi studi sui moti dell'acqua si fermava nei pressi della Gonfolina per osservare l'altra sponda del fiume, dove l'acqua formava particolari movimenti e ghirigori all'immettersi dell'Ombone nell'Arno.
Come già detto nel 1365 i pisani espugnarono il vecchio castello di Lastra, cosa che si ripeté nel 1369. Nel 1377 le cinta muraria venne rifatta con torri e merlatura e successivamente agli inizi del XV secolo il governo fiorentino decise di dotare di mura anche Malmantile, che dall'alto delle colline serviva a controllare oltre alla zona circostante del Valdarno anche la Val di Pesa.
Intorno al 1360 Filippo Pandolfini comprò una vecchia torre posta a guardia dell'antico ponte e la trasformò nella sua residenza nel contado.
Nel 1397 Gian Galeazzo Visconti porta alla massima espansione il ducato di Milano arrivando a razziare Lastra e a minacciare direttamente Firenze, unica città italiana che in passato seppe tenergli testa sotto la guida del condottiero Giovanni Acuto.
Il figlio di Filippo, Agnolo Pandolfini, amico di Cosimo il Vecchio e fine letterato, ospitò presso torre Pandolfini tra i tanti anche: Leon Battista Alberti, Benedetto da Rovezzano, Papa Eugenio IV, Renato D'Angiò e Francesco Sforza.
Leon Battista Alberti fu rettore di San Martino dal 1432 al 1472. A lui si devono le opere di ammodernamento al gusto rinascimentale della vecchia pieve romanica. Punto focale di massimo interesse della chiesa è l'abside, chiusa in alto da un arco a tutto sesto con decorazione a motivi di candelabro e con lesene in pietra serena sorreggenti un architrave che reca un'iscrizione a lettere capitali dorate, ornata alle due estremità dalle armi degli Alberti. L'abside, terminata dopo la morte del priore, tra il 1472 e il 1478, è l'unica opera della quale l'Alberti fu progettista e committente ed è ricordata "incepta et quasi perfecta" nel suo testamento.
Nel novembre del 1494 il re di Francia Carlo VIII sostò presso villa Pandolfini quando si apprestava ad entrare a Firenze. La villa fu costruita di fronte alla torre alla fine del XV secolo (1485-1488), su progetto attribuito a Desiderio da Settignano su commissione di Battista di Pandolfo Pandolfini.
Nel 1529 la cittadina, sotto il comando di Francesco Ferrucci, oppose resistenza alle truppe imperiali dell'imperatore Carlo V d'Asburgo dirette all'assedio di Firenze, ma il 5 di dicembre venne presa e saccheggiata da truppe spagnole al comando del principe d'Orange. Da Storie fiorentine dall'anno 1527 all'anno 1555 di Bernardo Segni.
Monumenti e luoghi d'interesse
La Pieve di San Martino a Gangalandi
Interno della chiesa dell'eremo di Lecceto direzione abside
L'oratorio della Santissima Annunziata
Lo spedale di Sant'antonio
Il cimitero di San Martino a Gangalandi
Villa Caruso di Bellosguardo
Villa Caruso di Bellosguardo cortile interno
Facciata principale di Villa Pandolfini
Il Ponte a Signa nel 1744
Piazza Garibaldi (Lastra a Signa)
Il Portone di Baccio
Una delle torri (Lastra a Signa)
La parte nord delle mura (Lastra a Signa)
Architetture religiose
Chiese
- Chiesa di Santo Stefano a Calcinaia
- Chiesa di San Martino a Carcheri
- Chiesa di Santa Maria a Castagnolo
- Chiesa di Santa Maria della Misericordia (Lastra a Signa)
- Pieve di San Martino a Gangalandi
- Chiesa di Santa Maria delle Selve
- Chiesa ed Eremo dei Santi Jacopo e Filippo a Lecceto
- Chiesa di Santa Maria a Lamole
- Chiesa di San Pietro in Selva
- Chiesa e convento di Santa Lucia a Monte Orlando
- Chiesa di San Romolo a Settimo
- Chiesa di Sant'Ilario a Settimo
- Pieve dei Santi Ippolito e Cassiano
- Chiesa di Sant'Anna
- Cappella della Madonna dei Dini
- Chiesa della Natività di Nostro Signore Gesù Cristo a Lastra a Signa
- Chiesa di San Pietro a Porto di Mezzo
- Chiesa dei Santi Maria e Lorenzo a Marliano
- Chiesa dell'Immacolata Concezione a Ginestra Fiorentina
Ville
- Villa Caruso di Bellosguardo presso la frazione di Porto di Mezzo nella località Bellosguardo
- Villa Le Selve presso la frazione di Porto di Mezzo nella località Le Selve
- Villa Pandolfini nella frazione di Ponte a Signa
- Villa le Sorti nella frazione di Marliano
- Villa Castelvecchio nella frazione di Ponte a Signa
- Villa De Gubernatis nella frazione di Calcinaia
- Villa Medici nella frazione di Malmantile
- Villa Lotteringhi della Stufa in località Santa Maria a Castagnolo, già villa Albizi
- Villa Valdirose nella frazione di San Martino a Gangalandi nella località Val di Rose
- Villa Saulina nella frazione di Quattro Strade
- Villa Anna nella frazione di Calcinaia
- Villa Ilangi nella frazione di Malmantile
- Villa Altoviti nella frazione di Calcinaia
- Villa Podere Nannera nella frazione di Malmantile
- Villa Italia a Lastra a Signa
- Villa Serena nella frazione di Malmantile
- Villa le Brunette nella frazione di Calcinaia
- Villa Cintolesi a Lastra a Signa
- Villa Cajoli Santa Lucia nella frazione di Santa Lucia a Monte Orlando
- Villa D'Avanzo nella frazione di Santa Lucia a Monte Orlando
- Villa la Palazzina a Lastra a Signa
- Villa la Tessinara a Lastra a Signa
- Villa Cappiardi a Lastra a Signa
- Villa Cerù a Lastra a Signa
- Villa seminario fiorentino nella frazione di Malmantile nella località di Lecceto
- Villa Maggio nella frazione di Malmantile
- Villa Ducessois nella frazione di Malmantile
- Villa Santini nella frazione di Ponte a Signa
- Villa Borghese nella frazione di Ginestra Fiorentina
- Villa Marliano nella frazione di Marliano
- Villa Florenzi Martorelli nella frazione di Ginestra Fiorentina
- Villa Metz nella frazione di Sant'Ilario a Settimo
- Villa Allegri nella frazione di La Luna
- Villa Bartolini nella frazione di Belfiore
- Villa Brunetti nella frazione di Calcinaia
- Villa Carlini nella frazione di Stagno
- Villa Corliano nella frazione di Brucianesi
- Villa Favi nella frazione di Sant'Ilario a Settimo
- Villa Fedi nella frazione di Belfiore
- Villa Fusi nella frazione di Calcinaia
- Villa Gello nella frazione di Malmantile
- Villa il Serraglio nella frazione di Ponte Torto
- Villa Mazzetta nella frazione di Marliano
- Villa Mina nella frazione di Belfiore
- Villa Morelli nella frazione di Calcinaia
- Villa Paola nella frazione di San Martino a Gangalandi
- Villa Pino Torto nella frazione di Malmantile
- Villa San Giorgio nella frazione di Carcheri
- Villa Sassoforte nella frazione di San Martino a Gangalandi
- Villa Shupfer nella frazione di Marliano
- Villa Tassinara nella frazione di Sant'Ilario a Settimo


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